Cos’è il Maladaptive Daydreaming?
In questa pagina verrà spiegato cos’è il daydreaming ( “semplice” fantasticare), come si differenzia dal Maladaptive Daydreaming (MD) e perché quest’ultimo può essere considerato disfunzionale.
Verrà data, inoltre, una distinzione tra Maladaptive Daydreamer (MDer) e Immersive Daydreamer (IDer) per capire effettivamente di cosa stiamo parlando e come si differenziano tra loro queste condizioni.
Troverete anche una breve introduzione alla storia della ricerca scientifica sul MD con le diverse definizioni che sono state date nel tempo.
Nonostante il MD non sia ancora ufficialmente considerato un disturbo, numerosi sono i ricercatori professionisti in ambito psicologico che si sono interessati al fenomeno. Inoltre, per quanto non sia ancora stato riconosciuto, ci sono molte persone che soffrono di questa condizione senza averne piena consapevolezza.
Lo scopo di questa pagina è cercare di dare una definizione a qualcosa che ancora non si conosce bene, ma che esiste, con lo scopo di aiutare le persone che ne soffrono a dare un nome alla condizione che stanno vivendo, in alcuni casi da tutta una vita.
Il “lato oscuro” della fantasia
Per alcuni la fantasia diventa una trappola.
Costruiscono all’interno della loro mente complicate vite parallele, ricche di dettagli e emozioni tanto da sembrare reali.
Le vivono con più passione e intensità della vita reale.
Sono come immersi in una realtà alternativa, sempre a portata di mano. Quando escono dalle loro fantasie si sentono frustrati, persi e sentono il senso di colpa di non aver fatto nulla.
Sono i Maladaptive Daydreamers.
Perchè il Maladaptive Daydreaming non è normale fantasia?
In questo piccolo paragrafo si cerca dare delle indicazioni sulla differenza tra l’attività immaginativa “comune”, di cui la stragrande maggioranza della popolazione è capace, e ciò che significa invece “fantasticare o “sognare ad occhi aperti” (daydreaming) per un MDer.
Il daydreaming (sognare ad occhi aperti o fantasticare) è la capacità di fantasticare in maniera vivida e molto intensa, ed essa non necessariamente può sfociare nel MD.
Singer (1971) descrive il daydreaming, come un’attività legata al normale funzionamento mentale, che può avere diverse funzioni come ad esempio: creare e/o visualizzare immagini mentali, pianificare o immaginare scenari futuri.
Si tratta di un’attività mentale che riguarda anche l’ attività creativa e immaginativa, la quale permette di costruire storie, opere artistiche e musicali, questo perchè si tratta di capacità di cui gli esseri umani sono tutti più o meno dotati.
Ma allora che differenza c’è con il fantasticare del MD?
A differenza del daydreaming, il MD è considerato “maladattivo” perchè si intromette nella vita quotidiana e nel funzionamento della persona.
Somer la descrive come: un’attività fantastica che sostituisce l’interazione umana e/o interferisce con il funzionamento individuale. (2002). Ciò significa che quando il daydreaming diventa “maladattivo” quando compromette la quotidianità e toglie molto spazio alla realtà.
Si può parlare di “disturbo” da fantasia compulsiva, proprio perché “disturba” e provoca un disagio e una sofferenza ad esso strettamente collegate.
Che differenza c’è tra MD e Immersive Daydreaming (ID)?
Premessa: Non tutti i casi sono uguali e non tutti presentano la stessa gravità.
Com’è stato accennato in precedenza, avere la capacità di fantasticare non è una condizione patologica.
Ci sono persone che hanno questa capacità ma che non vivono il fantasticare come un problema perchè riescono a trovare un giusto equilibrio tra la vita quotidiana e la fantasia. Questo significa che fantasticano in maniera sporadica, senza sentirne un bisogno impellente
Queste persone sono conosciute come Immersive Daydremer (IDer).
In questo senso un IDer è in grado di fantasticare in maniera vivida, ma ciò non compromette il funzionamento quotidiano. Potremmo descriverlo come “la capacità di fantasticare”senza la componente maladattiva.
Spiegare il MD a chi non lo conosce
Non è semplice spiegare cos’è il MD a chi non lo vive.
Per un occhio esterno il MD è una dimensione fantastica che si contrappone alla realtà, ma per coloro che lo vivono è molto di più.
Per quanto poco visibile esternamente, il disagio di chi soffre di MD sta nella difficoltà di essere nella realtà presente mentre sente il desiderio e la necessità di fantasticare. È molto difficile che sia visibile da una persona esterna, perché i Maladaptive Daydreamers (MDers) sono abituati a nascondere e camuffare questa attività per la vergogna.
Quali sono le problematiche dovute al Maladaptive Daydreaming?
Nonostante sia consapevole che si tratti di una realtà immaginaria, chi soffre di MD può utilizzare molto del proprio tempo a fantasticare e preferisce quest’attività rispetto ad uscire o a fare altre cose.
Fantasticare in maniera eccessiva per molte ore durante il giorno può generare molta ansia, si possono provare sensi di colpa per non aver svolto i propri compiti o per essere stato “poco presente”.
Il MD colpisce una piccola percentuale della popolazione. Si tratta di una condizione difficile da individuare, che ha un impatto significativo sia a breve che lungo termine.
È importante tenere a mente che i MDer sono consapevoli che il mondo creato dalle loro fantasie non è reale: questa caratteristica essenziale rende il MD molto diverso da altre condizioni psicologiche.
Negli anni recenti ci sono state molte ricerche per indagare il MD e a tutt’oggi resta un fenomeno in via di studio.
Cosa NON è il Maladaptive Daydreaming:
Negli ultimi anni sono stati svolti svariati studi volti ad indagare se il MD fosse una condizione a sè rispetto ad altri disturbi psicologici. Abbiamo quindi raccolto diverse ricerche che spiegano che il MD può accompagnarsi ad altre problematiche ma ha caratteristiche sue proprie, che lo contraddistinguono, nonostante a volte la sintomatologia possa essere simile
In questa pagina troverete tutte le ricerche che abbiamo trovato che analizzano il rapporto tra MD e altre condizioni:
Maldaptive Daydreaming e Correlazioni
Inoltre in questo video potete trovare già alcuni spunti su cosa NON è il Maladaptive Daydreaming