La percezione del Maladaptive Daydreaming nello sviluppo

Molte persone che sperimentano una forma intensa e immersiva di fantasia quotidiana riferiscono di aver vissuto questo fenomeno fin dalla giovane età. Con il tempo, però, questa attività mentale può assumere caratteristiche tali da interferire con la vita quotidiana, lo studio, le relazioni e il benessere psicologico.
Sebbene il Maladaptive Daydreaming (MD) non sia attualmente classificato come un disturbo clinico nei principali manuali diagnostici internazionali (DSM-5 o ICD-11), diversi studiosi, tra cui il Prof. Eli Somer dell’Università di Haifa, hanno proposto di considerarlo un fenomeno psicologico distintivo, meritevole di ulteriori studi.
Quando si sviluppa il maladaptive daydreaming?
Da ciò che sappiamo oggi, il maladaptive daydreaming può essere considerato un disagio che si sedimenta in età precoce. Poche persone affermano di aver cominciato in età avanzata, mentre tanti parlano di questa condizione come qualcosa che li ha accompagnati da sempre.
Infanzia e maladaptive daydreaming
Durante l’infanzia, il gioco simbolico e l’immaginazione rappresentano elementi fondamentali per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Inventare scenari immaginari con bambole, macchinine o altri oggetti è parte integrante del percorso di crescita e permette l’elaborazione di esperienze quotidiane.
Talvolta, alcune persone riferiscono di aver vissuto esperienze di fantasia particolarmente intense fin dalla tenera età. Queste narrazioni soggettive, pur non costituendo di per sé un disturbo, possono offrire spunti di riflessione su come l’immaginazione si sviluppi in modi diversi nei singoli individui.
Ciò che ci chiediamo è quando comincia il passaggio dal gioco a qualcosa di più come il Maladaptive Daydreaming.
Preadolescenza e maladaptive daydreaming
La preadolescenza è una fase di transizione importante, in cui i riferimenti emotivi si spostano progressivamente dalla famiglia ai coetanei. In questo contesto, l’immaginazione può continuare a essere una risorsa di elaborazione o, in alcuni casi, assumere un ruolo più centrale nel tempo vissuto interiormente.
Alcune testimonianze di persone che si riconoscono nel MD raccontano di aver cominciato in questo periodo a fantasticare, e può avere un’origine più o meno consapevole.
Ciò che sappiamo invece oggi è che non si tratta di un gioco, ma una modalità per potersi staccare dalla realtà che non sembra piacere o a cui non siamo interessati.
Adolescenza e maladaptive daydreaming
L’adolescenza rappresenta una fase di cambiamento complesso, in cui la costruzione dell’identità si intreccia con le pressioni scolastiche, sociali e familiari.
Alcuni adolescenti potrebbero ricorrere all’immaginazione come forma di evasione o di auto-regolazione emotiva, soprattutto nei momenti di disagio o sovraccarico.
Si tratta del momento delle scelte, sia sociali sia scolastiche. Molte cose cambiano, sia fisicamente che psicologicamente. Generalmente, l’adolescente in questo periodo è molto vulnerabile, proprio perchè ha di fronte così tante scelte difficili.
In merito al maladaptive daydreaming, penso che sia necessario evitare che si parli di adolescenti “svogliati” o “distratti”, poiché si tratta di una condizione che rende difficile portare a termine le attività.
Un genitore o un amico che vede un adolescente non portare a termine un’attività, tende a pensare subito ad una componente intenzionale. Invece, ciò che distingue il maladaptive daydreaming è il fatto di essere una dipendenza, nonostante sia qualcosa che induciamo volontariamente con degli stimoli. Pertanto è fondamentale, per poter comprendere cosa ci sia sotto, indagare e chiedersi il perché dei comportamenti che si vedono.
L’adolescenza è per tutti un momento di importante fragilità, in cui molti ragazzi cercano un modo per poter scappare da ciò che tanto li spaventa. Per chi soffre di maladaptive daydreaming, il modo è: fuggire nella fantasia. In assenza di responsabilità e di vera autonomia, un maladaptive daydreamer in età adolescenziale perde la cognizione del tempo, staccandosi dai suoi impegni identitari e dalle responsabilità che gli si presentano.
Come maladaptive daydareamer che ha affrontato in prima persona molte di queste sfide evolutive, ritengo di avere il dovere di diffondere quanto più è possibile un messaggio per poter chiarire a tutti che si tratta di una condizione che nasce con lo scopo di allontanarti da ciò che ti fa soffrire e rifugiarti in qualcosa di più confortevole.
Conclusione
In conclusione, è importante identificare quando è il maladaptive daydreaming la causa dei problemi di un giovane, in modo da non attribuire un significato diverso al comportamento problematico dello stesso e poter fornire il supporto più adeguato per prendere la questione alla radice.
Per maggiori informazioni sul maladaptive Daydreaming e gli argomenti che trattiamo potete visitare il nostro canale YouTube: MaladaptiveDaydreaming
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